In un nostro precedente articolo ti abbiamo fornito dei parametri sui quali basarti per scegliere il font più adatto alle tue stampe. Questa volta vogliamo entrare più nello specifico per spiegarti quali sono i principali tipi di font e quali caratteristiche li distinguono.
I tipi di font disponibili su programmi come Word sono tantissimi, ma chi può dire di averli mai usati tutti? Normalmente si usano i soliti due o tre i cui caratteri sono ormai riconoscibili da chiunque e che appartengono a quelle grandi “famiglie” di font che da sempre sono le più utilizzate, alcune perché probabilmente sono più lineari, altre perché sono più eleganti e dunque più adatte a determinati prodotti da stampa. Vediamo insieme quali sono.
Font sans serif
I font sans serif sono certamente i più diffusi in assoluto probabilmente perché sono i più chiari e semplici, non a caso i caratteri di questa famiglia vengono anche detti “lineari” o “a bastoni”, perché sono senza fronzoli. “Sans serif” è un’espressione francese che significa “senza grazie” e indica, appunto, l’assenza delle “grazie”, ossia delle parti terminali delle lettere. Un’altra caratteristica peculiare di questi tipi di font è sicuramente lo spessore delle aste delle lettere che è della stessa misura in tutte quante. I font sans serif sono quelli standard usati sia nei computer che nella TV: sono da sempre considerati tipi di font moderni e innovativi, che rendono il documento pulito e gli conferiscono un tono professionale. Vediamo insieme alcuni esempi.
Font Arial
L’Arial è certamente tra i più diffusi tipi di font, fu ideato nel 1982 da Robin Nicholas e Patricia Saunders per la Monotype Typography: l’intento era quello di provare a creare un sostituto per il famoso carattere Linotype Helvetica. A quest’ultimo, in effetti, somiglia molto ma fu costruito in modo che non fosse troppo simile così da non incorrere in problemi legali di diritti. L’Arial è un font moderno ma più morbido rispetto agli altri sans serif: le parti terminali, infatti, sono tagliate sulla diagonale per conferire alle lettere un carattere meno da schermo che le rende molto versatili e adatte anche ai prodotti da stampa.
Font Futura
Il Futura è un font che ha riscontrato un notevole successo in Italia: è infatti utilizzato dalle Ferrovie dello Stato negli orari e nella segnaletica, dal 2000 anche dalla Rai per i propri palinsesti e dalla casa di moda Dolce&Gabbana della quale è il carattere ufficiale. Derivato dalle linee e dalle caratteristiche proprie del Bauhaus, fu progettato dal tipografo e grafico tedesco Paul Renner nel 1927.
Font Helvetica
L’Helvetica è un font molto diffuso in ambito pubblicitario sin da quando è stato creato, nel 1957, anno di grande sviluppo del lettering proprio nell’ambito del marketing. Fu inventato da Max Miedinger per la fonderia svizzera Haas con lo scopo di salvare l’azienda dal fallimento causato da un carattere di grande successo inventato da una stamperia concorrente. Il carattere divenne ben presto popolare in vari ambiti, dai marchi aziendali fino alle stampe d’arte; è stato anche uno dei tipi di font più amati tra i maestri del graphic design, come ad esempio Massimo Vignelli, che lo utilizzò per ridisegnare la segnaletica della città di New York.
Tipi di font serif
I tipi di font serif sono l’esatto contrario dei font sans serif, ovvero hanno anche le cosiddette “grazie”, i piedini alle estremità delle lettere. Questi tipi di font online sono molto utilizzati per titoli e intestazioni ma meno per i testi, perché su monitor alcuni di questi, soprattutto i più marcati, potrebbero alla lunga affaticare gli occhi nella lettura; nella carta stampata, invece, sono molto apprezzati perché sono più eleganti dei font sans serif e conferiscono al testo un tono più serio, importante e ufficiale, non a caso sono tra i più usati per libri e giornali. Questi tipi di font derivano dal carattere Lapidario Romano degli antichi romani e sono nati per una necessità ben precisa: gli scalpellini dell’antica Roma avevano difficoltà a incidere le lettere nella pietra ad angolo retto, così ovviarono al problema creando queste particolari terminazioni delle lettere. Vediamo alcuni esempi.
Font Times New Roman
Il Times New Roman è un font che abbiamo utilizzato tutti almeno una volta in quanto è tra i più diffusi in assoluto: ideato nel 1931 da Stanley Morison e disegnato da Victor Lardent, fu usato per la prima volta l’anno successivo sul quotidiano britannico The Times e ancora oggi è tra i più usati dai giornali. Il Times New Roman fa parte dei font detti romani antichi perché ispirati alle antiche iscrizioni latine e caratterizzati da grazie che sono unite al corpo della lettera con una curva; il loro spessore, inoltre, diminuisce progressivamente.
Font Bodoni
Il font Bodoni prende il nome da Giovanni Battista Bodoni, incisore, tipografo e stampatore italiano che visse a cavallo tra 1700 e 1800. Questo font viene compreso nella categoria dei romani moderni, caratteri che hanno grazie molto sottili unite alle aste senza curva: l’effetto ottenuto è quello di un font pulito ed elegante ma forse un po’ freddo; nonostante ciò è stato usato, e lo è tuttora, nella pubblicità di tante multinazionali, come ad esempio IBM.
Altri tipi di font serif
Tra i tanti tipi di font serif ce ne sono anche alcuni detti “egiziani” con le grazie più pronunciate degli altri: molto diffusi nel XIX secolo, ne sono un esempio quelli usati nelle insegne dei locali nel Far West, mentre oggi tra questi vi sono tipi di font come il Lubalin e il Rockwell.
Font calligrafici
Quelli calligrafici sono tipi di font molto particolari, ricercati e apprezzati in ambito pubblicitario, anche dai liberi professionisti che li usano, ad esempio, nei biglietti da visita per cercare di dare un tono elegante allo stampato. Si tratta per lo più di tipi di font corsivi che imitano la scrittura a mano, ciascuno in modo diverso.
I font calligrafici sono nati nel 1500 a Venezia grazie ad Aldo Manuzio, umanista e tipografo, e Francesco Griffo, incisore e fonditore: i due crearono questi caratteri che imitavano la calligrafia per utilizzarli nelle stampe delle opere classiche in piccolo formato.
Font gotici
I font gotici derivano da particolari tipi di grafie che si diffusero nell’Europa settentrionale a partire dall’XI secolo per poi raggiungere tutto il continente. Derivano dall’alfabeto greco e da quello runico e furono i primi caratteri da stampa utilizzati da Gutenberg. La spaziatura tra le lettere è minore, i tratti sono spessi, dritti e spigolosi e il risultato è un carattere molto elegante ma di difficile lettura, in quanto il nero prevale sul bianco, non a caso in inglese questo tipo di grafia è detta “black letters”. I font gotici derivati da questo stile sono molti, il più famoso è certamente l’Old English.
Tipi di font divertenti
In ambito pubblicitario, soprattutto per la creazione grafica di un brand name o per le scritte utilizzate nella realizzazione di volantini, brochure o dépliant, vengono spesso utilizzati tipi di font più fantasiosi e divertenti, derivati da quelli più classici ma modificati per renderli più accattivanti e colpire così subito l’attenzione del lettore. L’utilizzo di questi caratteri dipende, però, sempre dal tipo di prodotto da sponsorizzare e andrebbero usati solo per i titoli, altrimenti si rischia di ottenere un effetto poco professionale. Tra i tipi di font online disponibili per il download gratuito è possibile trovarne davvero tantissimi, per riuscire così a personalizzare al massimo il proprio testo e distinguersi dai competitor.
Elencare tutti i tipi di caratteri tipografici esistenti è impossibile, ma ora conosci le principali famiglie di font: non ti resta che trovare quello che meglio si adatta ai tuoi gusti e alle tue esigenze e utilizzarlo per i tuoi prodotti da stampa!