A metà marzo è uscito su Creative Review, magazine e community dedicata a creativi e graphic designer, l’articolo della copywriter Ellen Ling, nel quale condivide le sue opinioni su come rimanere sani di mente mentre si lavora da casa e sul perché la pandemia potrebbe spingere l’industria creativa a ripensare il modo in cui funziona.
Lavorare da casa è una realtà per molti nuova e questo comporta una serie di nuove sfide, soprattutto nel contesto della pandemia di Covid-19 tuttora in corso. Le routine quotidiane, come l’organizzazione degli spostamenti familiari o la frequentazione di caffetterie dove lavorare, sono sostituite dalla prospettiva di restare chiusi in casa per il prossimo futuro. Anche per coloro che sono abituati allo smart work, come la copywriter Ellen Ling, il futuro appare minaccioso.
Ognuno sta per contro proprio
”Sono un pò scoraggiata”, ha detto Ellen Ling a Creative Review. “Anche se sono abituata a lavorare da casa e mi sento fortunata ad avere un’organizzazione chiara della mia giornata, mi sento comunque spaventata dall’aver dovuto rinunciare alla mia flessibilità e alle mie scelte, perché adesso non posso fare altro che stare per conto mio e cavarmela da sola”.
Ling afferma che in passato le è capitato di confondere i giorni trascorsi in varie agenzie creative con i giorni trascorsi a lavorare da casa, ma come molti creativi adesso si trova ad affrontare un lungo periodo di isolamento. Di certo non mancano luoghi dove chiedere consigli su come lavorare da casa, ma mentre alcuni suggerimenti saggi suonano ancora veri, come alzarsi e vestirsi ogni giorno, non lavorare mai dal letto e fare sempre un pò di esercizio fisico, ce ne sono altri che non hanno più valore nel contesto attuale in cui siamo costretti ad affrontare una pandemia.
“In una situazione di normalità, se avessi bisogno di una pausa andrei in palestra o a lavorare in un bar per cambiare atmosfera”, ha detto Ling. “Ma tutte le cose che avrei fatto per cambiare il mio ambiente di lavoro adesso sono impraticabili. Quindi ci sono molte cose da dover ripensare. Ad esempio, durante la settimana lavorativa sarebbe normale e semplice uscire a fare shopping ma ora non ci è permesso. È perciò necessario capire come questo cambiamento influisce su di noi”.
Mentre uscire di casa è diventato per molti troppo pericoloso, sul digitale stanno nascendo diverse alternative. Lo smart work è cresciuto enormemente da un giorno all’altro, e ciò significa che molte persone sono consapevoli della situazione e del relativo isolamento che ne deriva. “Ho organizzato incontri con diversi gruppi di amici su Google Hangout”, ha raccontato Ling. “Stiamo facendo in modo che se non riusciamo a vederci fisicamente, almeno ricreiamo ciò che accadrebbe in un ambiente di lavoro ideale o in una giornata qualsiasi. Si può di certo continuare a chiacchierare con le persone e bersi una tazza di tè insieme, anche se online. Ci sono nuove pratiche che stanno nascendo e questo è davvero bello”.
E se avere a che fare con l’inevitabile claustrofobia e con confini sfocati tra vita e lavoro non fosse abbastanza, c’è anche l’ansia per l’imminente pandemia da affrontare. Così per alleviare le emozioni di panico che ne derivano, Ling suggerisce di fare un passo indietro strategico.
Liberarsi dall’isteria
“Credo che tutti noi avremmo bisogno di lasciar andare l’isteria di questi giorni. Uno dei miei amici mi ha raccontato che ha deciso di dedicare solo dieci minuti al giorno alle news, per carpire solo le informazioni essenziali di cui ha bisogno. Consultiamo, quindi, solo le fonti di cui ci fidiamo ed evitiamo i media troppo allarmisti. Ma se anche questo crea disagio, allora chiediamo a un amico fidato di raccontarci cosa sta accadendo, piuttosto che cadere nella spirale di leggere una notizia e poi un’altra e un’altra ancora. Limitiamoci in questo momento a ciò che abbiamo davvero bisogno di sapere, perché più o meno tutti abbiamo intasato chat di WhatsApp o dei vari social network. È inevitabile. E l’isteria è in ogni mail che riceviamo e in ogni sito cui siamo iscritti. Tutto ciò non fa che aumentare la narrazione che dice “sta andando tutto storto”, anche se al momento siamo in una condizione fortunata. Ovviamente possiamo vivere solo nel qui ed ora, ma abbiamo del lavoro da svolgere e dobbiamo continuare a farlo”, ha raccontato Ling.
Inoltre Ling suggerisce anche di analizzare la nostra presenza online e quanto alimentiamo con i nostri comportamenti l’ansia degli altri. Ci potremmo far tentare dalle foto di Instagram sugli scaffali saccheggiati nei supermercati, ma vale la pena chiedersi se è utile in questo preciso momento. È il momento di considerare bene la qualità della nostra presenza online, anche perché saremo online molto più di prima.
Se state ancora lottando per non aprire Twitter, allora provate a imporvi un tempo per essere produttivi. Darsi 20 minuti o mezz’ora per svolgere un compito specifico può aiutare la mente a non lasciarsi distrarre da altre cose, come le notizie cariche di sventura passate in continuazione dai media. Al termine del lavoro, possiamo prendere una pausa, prepararci un caffè e poi riavviare il timer. Iniziare la giornata impostando una simile routine può essere d’aiuto per trovare un buon ritmo di lavoro ed evitare di fare troppe cose contemporaneamente, senza alcun risultato positivo.
In questo momento molti creativi freelance sono preoccupati dalla possibilità di ammalarsi e di non essere in grado di portare a termine i lavori e quindi di ricevere la remunerazione promessa. In molti Paesi sono in atto delle petizioni per far ricevere ai lavoratori autonomi una retribuzione da parte dello Stato in caso di malattia, e questo sembra offrire una speranza: la pandemia sta aprendo un dialogo necessario sulle forme di supporto cui hanno accesso i freelance.
“Sono in corso molti dibattiti sulla situazione dei lavoratori, in particolare per ciò che riguarda il settore creativo composto principalmente da consulenti creativi freelance o da aziende con risorse limitate. Sapere che esiste un ammortizzatore economico e sociale per i lavoratori autonomi sarebbe davvero un’ottima cosa, così come sapere che in questo momento sono molti coloro che stanno firmando la petizione per avere un supporto da parte degli Stati”, ha affermato Ellen Ling.
L’industria creativa sta uscendo dalla bolla
Mentre la narrazione sul Coronavirus sta creando sempre più preoccupazione e angoscia, c’è un risvolto positivo. Questa situazione di emergenza sta obbligando l’industria creativa e le persone che ci lavorano a uscire dalla propria bolla e a confrontarsi con la realtà circostante. Quando è in atto una pandemia, è più facile che si parli con vecchi compagni di scuola, con i coinquilini o con persone che si occupano di altri settori. C’è un confronto trasversale enorme e questo permette di capire il mondo del lavoro in maniera più ampia, il che è davvero sorprendente.
Ling crede anche che con il passaggio in massa al lavoro da casa le organizzazioni siano costrette a rimettere in discussione le idee antiquate su modi e luoghi in cui le persone svolgono il proprio lavoro. È improbabile che tutti i settori abbracceranno lo smart work, ma questa situazione sta di certo aiutando studi professionali e agenzie a capire che non è necessario stare seduti ad una scrivania per 8 ore al giorno per portare a termine un lavoro.
“Sto iniziando ad apprezzare davvero quanto siamo fortunati, – ha concluso Ellen Ling – prima della pandemia ci lamentavamo di molte cose, ma siamo davvero fortunati a poter portare i nostri pc a casa e fare il nostro lavoro. Quando parlo con amici che lavorano in altri settori, ad esempio nel settore giudiziario o nel servizio sanitario nazionale, mi rendo conto che la situazione è molto diversa ed è come una botta di realismo. Siamo davvero fortunati, nel senso che almeno noi creativi freelance possiamo sederci comodi a lavorare e al tempo stesso abbiamo la possibilità di comunicare con i nostri amici e colleghi su Google Hangouts”.
In un momento critico come questo, quindi, l’importante è tenere a bada l’ansia, distrarsi dall’isteria, sfruttare il tempo libero per leggere e aggiornarsi, portare a termine i propri lavori e sviluppare progetti che avevamo in mente da tempo e ai quali non riuscivamo mai a dedicarci, avendo cura, proprio come fa DoctaPrint, dei dettagli e della qualità di ciò che creiamo.